Quattro milioni non solo per riportarla in vita, ma per trasformarla completamente. E questa volta per davvero. La storia della Colonia di Camigliatello, ora spettrale struttura adatta come location di film horror, ha subito i contraccolpi di guerre e pandemia e i relativi effetti sui costi delle materie prime. Negli ultimi tre anni i lavori non sono mai partiti e quel luogo è rimasto la dimora di insetti e ortiche. Ma adesso tutto cambierà, anzi sta già cambiando e senza troppi proclami, parola di Liborio Bloise, commissario straordinario del Parco della Sila, nominato lo scorso aprile. 

«Sono riuscito a mettere insieme diversi finanziamenti, per un totale di 24 milioni di euro che interesseranno il territorio del Parco, tra piste ciclabili e rete sentieristica – ci spiega -: di questi, 4 milioni saranno destinati alla Colonia».

La struttura che si trova proprio a due passi dal centro di Camigliatello, ha un potenziale altissimo.

«Nell’immediato sarà interamente ripulita e poi controllata grazie all’installazione di telecamere di sorveglianza. Il mio obiettivo è quello di recuperare tutto, compreso quel gioiello di chiesetta in legno davanti all’entrata, che merita di essere protetta e valorizzata».

Sembra molto deciso e lungimirante Bloise, che ha già un cronoprogramma preciso da seguire. «Sono qui da tre mesi appena, ma ho provveduto subito ad accelerare l’iter: determina, progetto esecutivo e poi bando, affidamento e lavori. Credo che in un paio d’anni la Colonia sarà pronta e restituita al pubblico». 

E su cosa diventerà questa struttura che un tempo assai lontano ospitava i bambini che non potevano permettersi le vacanze, il commissario parla di un centro culturale che batterà nel cuore di Camigliatello e abbraccerà tutta la Sila, ma senza sbottonarsi troppo per non rovinare la sorpresa.

E qualcosa anche sulla questione annosa dell’Elephas Antiquus – l’elefante preistorico i cui resti sono da anni chiusi in un magazzino dell’Università del Molise finalmente – si muove per davvero. 

L’ex Presidente del Parco Francesco Curcio ai nostri microfoni anni fa, ci aveva raccontato di aver tentato di intervenire per riportare quei resti in Sila, coinvolgendo Sovrintendenza e Regione, ma i famosi fondi che dovevano arrivare per finanziare la ricerca e il rientro dei reperti, non si sono mai visti. 

«Nei prossimi mesi ci saranno grosse novità – anticipa Bloise – sono in contatto con Antonella Minelli, docente dell’Università del Molise, e spero di poter dare buone notizie a breve».